Il Movimento 5 Stelle di Viadana esprime contrarietà e preoccupazione per la bocciatura espressa dalla maggioranza dei consiglieri comunali nella seduta del 12 aprile.
La precisa richiesta di avvio di un tavolo istituzionale-tecnico è stata depositata per recepire l’invito rivolto dalla presidente della Commissione Europea On. Cecilia Wikström ai sindaci di Viadana e Pomponesco, affinché gli stessi, nell’ambito delle proprie competenze, intervengano al fine di scongiurare l’aggravarsi dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua sul territorio viadanese.
Tutti gli interventi in aula hanno ignorato quanto da noi scritto nella mozione, avanzando critiche su presunti allarmismi e disinformazione, affermando che la competenza a deliberare fosse del Ministero dell’Ambiente ed affermando, a più riprese, che il ruolo di controllo da parte di tecnici e addetti ai lavori non è mai venuto meno.
Meno problematico l’atteggiamento di chi invece è uscito dall'aula.
Udire il consigliere comunale Federici affermare che la nostra mozione “non ha senso”, ci ha lasciati allibiti. Non comprendiamo come si possa essere tacciati di allarmismo, dopo che un’autorità sanitaria quale il Servizio Epidemiologico ASL di Mantova (oggi ATS Val Padana) con l’ausilio dell’Università di Verona abbia certificato, nei bambini del Viadanese, “l’esistenza di un danno cellulare precoce” e un’associazione statisticamente significativa tra esposizione alla formaldeide e ricoveri per patologie dell’apparato respiratorio.
Altrettanto fuorviante riteniamo sia la pretesa che, della questione ambientale del viadanese, debba essere ritenuto competente il solo Ministero dell’Ambiente; non sarebbe allora comprensibile la motivazione per cui la presidente Wikström abbia coinvolto e sollecitato anche comuni e regione sull’argomento.
Come indicato nel TUEL, in materia di igiene e sanità pubblica spetta al Sindaco l’emanazione di ordinanze di carattere contingibile ed urgente con efficacia estesa al territorio comunale.
Teniamo a sottolineare il fatto che nella mozione non si invoca alcuna emanazione di ordinanze, bensì si chiede la convocazione di un tavolo istituzionale-tecnico che possa esaminare, con la dovuta ponderazione, le migliori strategie condivise per poter apportare miglioramenti ad una situazione di criticità certificata, senza alcun pregiudizio per le parti direttamente interessate.
Riteniamo che voler scaricare tutte le competenze alle altre Istituzioni sia intellettualmente disonesto oltre che disattendere le richieste specifiche della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo.
Riguardo alle dichiarazioni dell'Amministrazione al non venir mai meno del ruolo di controllo da parte di tecnici e addetti ai lavori a più livelli, ripetiamo che in nessuna occasione sono state messe in dubbio le competenze e il lavoro dei tecnici, quindi risultano dichiarazioni inopportune e non veritiere.
Ribadiamo ancora una volta che non è nostra intenzione mettere in difficoltà le aziende, come detto da altre parti politiche, che comunque dovranno adeguare le proprie produzioni a parametri più stringenti che UE (come dichiarato anche in Commissione) introdurrà nei prossimi mesi, al contrario invitiamo tutti a iniziare un percorso condiviso per una concreta soluzione che possa conciliare i piani industriali, i diritti dei lavoratori e la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, nonché ad anticipare scelte che potrebbero rivelarsi vantaggiose sul piano della concorrenza con i produttori di altri Paesi.
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