27 settembre 2012

Le Regioni dei maiali


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L'articolo 114 della Costituzione Italiana recita: "le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione".
L'articolo 117 puntualizza i poteri dello Stato: "Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, immigrazione; rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose; difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi; moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie;organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo; ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali;ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;cittadinanza, stato civile e anagrafi;giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa; determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; norme generali sull'istruzione; previdenza sociale; legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane; dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale; pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno; tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali."
Le Regioni sono enti per nulla autonomi dai poteri limitati quasi esclusivamente alla Sanità a cui viene destinata la quasi totalità delle spese di bilancio, il resto va in strutture, stipendi, missioni, promozione, feste in costume, rimborsi spese. A capo di questi enti c'è il Governatore che taglia nastri di ospedali inutili ed ha come unico potere quello di indebitare la Regione. I debiti delle Regioni e delle Province autonome ammontavano al primo gennaio a più di 17 miliardi di euro (*), al primo posto il Lazio, seguito da Piemonte, Lombardia, Sicilia, Campania e Sardegna. Fatta l'Italia, sono stati fatti debiti degli italiani. Chi controlla le spese delle Regioni? La Corte dei Conti, i solerti giornalisti delle notizie post datate come è avvenuto nel Lazio, il Governo? Chi? L'Italia delle Regioni è la caricatura di uno Stato federale, la cui architettura è il parto di uno Stato ferocemente centralista. Una voce di spesa, un modo eccellente per finanziare i partiti allargando i portafogli di spesa a livello locale. Le Regioni nascono dalle profonde differenze tra i popoli della nostra Penisola. Sono a tutti gli effetti inutili. Vanno ripensate completamente con un reale trasferimento di poteri da Roma alle amministrazioni locali con un controllo della spesa da parte dei cittadini o eliminate.Tertium non datur. Il Lazio è solo l'inizio dell'apertura del vaso di Pandora e del recinto dei maiali.

21 settembre 2012

Spese dei gruppi consiliari in Lombardia: “Non mostriamo le fatture. Cazzi nostri”


Spese dei gruppi consiliari in Lombardia: “Non mostriamo le fatture. Cazzi nostri”

I bilanci di tutti i partiti che siedono al Pirellone sono certificati dalla Corte dei Conti, ma in realtà non dicono nulla perché composti da sole voci aggregate. E infatti basta chiedere ai politici di Pdl o Pd di esibire le ricevute e gli scontrini per avere una risposta molto chiara: "Non ve le facciamo vedere, questione di privacy". Anche la Lega fa orecchie da mercante. Idv e Sel: "Disponibili a mostrare tutte le carte"

consiglio regionale lombardia interna
Peggio che chiedere lo scontrino al bar. Non hanno niente da nascondere in Regione Lombardia ma quando si tratta di mostrare una ricevuta quasi tutti fanno muro. Tirano in ballo la violazione della privacy e s’attaccano al “diritto alla discrezionalità del consigliere a spendere nell’esercizio delle sue funzioni”. Al Pirellone funziona così, i soldi sono pubblici quando entrano e privati appena escono. Anche se annunciano future mozioni bipartisan sulla trasparenza, oggi non resta che credergli sulla parola.
Ma dopo il caso Fiorito in Lazio anche quella vacilla e allora tocca bussare a tutte le porte per capire come i gruppi spendono il loro tesoretto in un pozzo che l’anno scorso ha inghiottito 71 milioni di euro per 26 sedute soltanto. Certo, nel loro bilancio – che è pure certificato dalla Corte dei Conti – c’è il rendiconto degli 11 milioni spesi: 3,2 tra funzionamento e attività di comunicazione, 7,5 per il personale e così via.
Ma sono voci aggregate: cosa vuol dire che il Pdl ha usato 450mila euro in “spese dei consiglieri per l’espletamento del mandato”? Come hanno speso 720mila euro in comunicazione? Si accalora a rispondere il capogruppo Paolo Puccitelli: “Qui non siamo mica alla Regione Lazio, loro sono 71 noi 80 ma a Roma hanno un bilancio di 98 milioni e noi un terzo di meno. E poi noi teniamo tutte le ricevute, le fatture e gli scontrini per cinque anni come dice la legge. Se vuole le mostro tutte le tabelle”. Grazie, le abbiamo, a questo giro vorremmo vedere le fatture. “Non esiste proprio – scandisce irritato Puccitelli – Io non tiro fuori un bel niente, ci sono cose che sono riservate, personali. Magari dovrei dirvi anche dove va a cena questo e quel consigliere, cosa mangia e quanto spende… Roba da matti, io non voglio grane e senza l’autorizzazione di tutti e 29 i colleghi non faccio vedere un bel niente”.
Si scende di cinque piani ma la musica non cambia. Al gruppo del Pd si parla con Stefano Tosi. “Certo abbiamo l’ufficio contabilità con segretaria e tutto, ecco quello che spendiamo. Non mettiamo i dettagli online perché i giornalisti potrebbero farne un uso strumentale falsando le informazioni”. Peccato che sia la solita tabella senza dettagli: 212mila per il mandato dei consiglieri, 120mila per consulenze (a chi?), 72mila in convegni e manifestazioni. Il resto in trasporto, giornali, spese di stampa fino a sfiorare i 600mila euro nel 2011. Tenete le fatture? “Certo che teniamo tutto, è in un faldone ma non tengo a mente tutte le spese. Se vuole le mostro il bilancio”. E ci risiamo. Che ne dice invece di farmi dare una sbirciatina alle ricevute? Così, giusto per provare il brivido del proibito… “Eh no questo no, non andiamo in giro a distribuire i conti facendoli vedere a questo e a quello. Come i consiglieri gestiscono le loro spese è una scelta discrezionale”. Anche la Lega,fa orecchie da mercante. Sel e Idv, invece, si rendono disponibili a fornire la rendicontazione, fattura per fattura. Il capogruppo dell’Idv Stefano Zamponi dichiara: “Sentiti i colleghi ho aderito subito all’invito del Fatto Quotidiano sia perché non abbiamo nulla da nascondere, sia per dare un segnale che la politica non è tutta uguale. Invito gli altri gruppi a fare altrettanto perché in una situazione che ricorda Tangentopoli, con l’antipolitica che soffia sul fuoco e la competizione elettorale alle porte non si possono lasciare ombre”. Appuntamento lunedì alle 14.30, scontrini e fatture alla mano. Anche Chiara Cremonesi di Sinistra ecologia e libertà, sentiti i colleghi, ha manifestato analoga disponibilità.
Il capogruppo del Carroccio è lapidario: “Non è possibile farvi vedere nulla e poi non ne vedo proprio il motivo perché i nostri bilanci sono certificati dalla Corte dei Conti, quando la Lombardia sarà messa come il Lazio ne riparleremo”, dice Stefano Galli. Sì ma la Corte non vi chiede di giustificare le spese e mostrare le fatture… “Questo io non lo so, ma chissenefrega. Come spendiamo i nostri soldi sono cazzi nostri. Arrivederci”. Allora chi controlla che le spese non siano senza controllo? Tutti e nessuno.
I gruppi si autocertificano spese e rendiconti tramite i propri funzionari amministrativi che entro il 31 marzo depositano i bilanci all’ufficio di presidenza. Quest’ultimo li ratifica entro giugno. In realtà la legge (art. 7 LR n. 17 del ’92) gli conferisce il potere di “chiedere chiarimenti, nonché l’esibizione della documentazione relativa alle spese sostenute dai propri consiglieri”. Potere ma non “dovere”. E infatti da vent’anni resta un’opzione poco praticata. “Noi controlliamo la regolarità formale e la coerenza degli importi – conferma un dirigente – non le singole spese; chiediamo spiegazioni se notiamo scostamenti visibilmente anomali”. E infatti si ricorda un solo caso di spesa riconosciuta illegittima per 700 euro, tutto quello che hanno speso gli altri 79 consiglieri è passato in giudicato e non c’è capogruppo che ricordi una richiesta di accertamento spese. Anche la Corte dei Contilavora così, chiudendo la catena della vigilanza nel solco della coerenza contabile e sotto l’insegna inviolabile della privacy degli eletti.
da Il Fatto Quotidiano del 21 settembre 2012 – articolo aggiornato alle 10.30

20 settembre 2012

22 settembre Parma - Dies Iren- APPUNTAMENTO CON IL MOVIMENTO 5 STELLE


22 settembre Parma - Dies Iren

di Beppe Grillo

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Il 22 settembre ci sarà un incontro pubblico a Parma a cui parteciperò. Avrà inizio alle 14 e terminerà alle 18 in piazza della Pace. Il tema di cui si tratterà è "Dies Iren - La fine degli inceneritori". Non c'è una sola buona ragione per costruirli: danneggiano la salute, l'ambiente, fanno aumentare i costi dello smaltimento dei rifiuti scaricati poi sulla collettività. All'incontro parteciperanno medici, economisti, ambientalisti e specialisti della gestione dei rifiuti. A Parma è intervenuta la Procura che ha chiesto il sequestro dell'inceneritore di Uguzzolo. L'inchiesta vedrebbe indagate 10 persone per presunte mancate autorizzazioni alla realizzazione dell'opera. I reati ipotizzati sono abuso edilizio e abuso d'ufficio. Il gruppo IREN che sta realizzando l'inceneritore di Parma nasce il 1° luglio 2010 dalla fusione di Enìa in Iride e "si colloca ai vertici delle multiutilities nazionali". IREN è quotata in Borsa. Tra gli azionisti vi sono i comuni interessati alla fornitura di servizi ai cittadini: Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Genova, Torino. Per la proprietà transitiva è come quotare in Borsa i sindaci e le amministrazioni comunali, che si ritrovano ad essere sia clienti che azionisti. Un piccolissimo conflitto di interessi. Un esercizio di alta acrobazia con forniture quasi sempre erogate in regime di monopolio. Il gruppo IREN ha circa tre miliardi di euro di debiti (su 3,5 miliardi di fatturato e 591 milioni di margine operativo lordo) e in Borsa ha perso il 34,55% da inizio anno (*). Qualche domanda. Perché i servizi essenziali per il cittadino come i rifiuti sono gestite da società esterne e non direttamente dai Comuni? Perché i costi di amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, presidenti, eccetera, eccetera, di queste multiutility sono scaricati sulla comunità sotto forma di aumento delle tariffe? Perché quotare in Borsa società che operano in regime di sostanziale monopolio partecipate dagli stessi clienti a cui forniscono i servizi? Se queste multiutility dovessero fallire i debiti chi li pagherà? I Comuni già indebitati? Al posto delle economie di scala, i maxi debiti di scala?
(*) dato 11 settembre 2012

19 settembre 2012

INFORM@ DAY - MOVIMENTO 5 STELLE VIADANA - DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012



Vi aspettiamo Domenica 23 Settembre in Piazza Matteotti a Viadana (Mantova) dalle 9,30 alle 12 per un banchetto informativo sul M5S.

Vogliamo parlare con i cittadini, ascoltare le loro esigenze e i loro bisogni, che sono i nostri.
Vogliamo rispondere alle domande sul M5S, leggere e discutere il programma nazionale che sarà presto ampliato e discusso sul portare del M5S nazionale.
Vogliamo spiegare come il Mov5stelle sia un movimento di cittadini preparati, che si impegnano politicamente e spendono un po' dello loro tempo per migliorare il tessuto sociale ed economico del territorio viadanese.
Vogliamo spiegare come non ci interessano le poltroni, e di come vogliamo azzerare i privilegi della politica entrando in Parlamento.
Vogliamo spiegare come mai abbiamo rifiutato un milione di rimborsi elettorali e come i nostri consiglieri regionali in tutta Italia si sono autoridotti lo stipendio del 75%.
Vogliamo spiegare come mai dal 2007 nelle cantine del Parlamento c'è una proposta di legge di iniziativa popolare chiamata "Parlamento Pulito" sottoscritta da 350.000 italiani, la quale chiedeva che i candidati parlamentari fossero incensurati, che una volta eletti non facessero più di due legislature e che il popolo potesse esprimere il voto di preferenza.  E i nostri deputati si sono rifiutati di discuterla nella aule del Parlamento.

La passione e la speranza di vedere un futuro migliore per i nostri figli e per noi,  è il motore che ci smuove a impegnarci personalmente, a rischiare qualcosa di nostro per scardinare il sistema politico e partitico che ci ha portato alla deriva sociale ed economica dell'Italia.
Vi aspettiamo per essere protagonisti del cambiamento.

MoVimento 5 Stelle Viadana
viadana5stelle@virgilio.it

18 settembre 2012

COMUNICATO STAMPA M5S SU BIBLIOTECA COMUNALE DI VIADANA


COMUNICATO STAMPA M5S SU BIBLIOTECA COMUNALE DI VIADANA

In merito alla discussione della mozione N°91 del 06/09/2012 inerente la riorganizzazione della Biblioteca presentata dalla consigliera Simonetta Gialdi e resasi necessaria dopo che il Sindaco Penazzi e il presidente del Consiglio Comunale Oselini non hanno ritenuto opportuno discutere la mozione popolare supportata da 420 firme di cittadini e presentata dal Comitato Civico "Giu le mani dalla Biblio";   Il Movimento 5 Stelle Viadana ritiene non sufficiente la scelta dell'amministrazione di aspettare 10 mesi per verificare eventuali disservizi causati dallo spostamento del personale.
Riteniamo che su temi fondamentali come la cultura,cosi come la sanità e l'ambiente, non sia necessario fare esperimenti  ma avere la certezza della qualità del servizio che i cittadini viadanesi hanno il diritto di  avere dalla propria Biblioteca. Si pagano le tasse per avere servizi adeguati e qualitativamente buoni.
Con tre persone si riusciva a mala pena ad avere un servizio sufficiente grazie al lavoro efficiente del personale della biblioteca,  è chiaro che da oggi non sarà più cosi e farne le spese saranno studenti e i cittadini viadanesi. Se dovessimo sbagliare la nostra previsione saremo i primi a scusarci con l'amministrazione; chiediamo alla Giunta di impegnarsi a fare lo stesso con i cittadini.
Inoltre è stato molto deludente notare come, durante la discussione della mozione nel Consiglio Comunale di Venerdì 14 Settembre, sia il sindaco sia alcuni consiglieri della maggioranza abbiano cercato di screditare il lavoro e la passione di alcuni cittadini del Comitato "Giù le mani della Biblio" addicendo la raccolta firme come una "battaglia fatta di personalismi ", una  "mancanza di rispetto verso la comunità di San Matteo" e di qualche movimento improvvisato che "cerca visibilità perché non presente in Consiglio Comunale".
Considerazioni che noi riteniamo essere chiaramente inopportune,false e tipiche di quel atteggiamento partitico che ha allontanato i cittadini dalla politica; pensiamo che sia democratico invece poter esprimere le proprie critiche legittime, a persone o forze politiche, in luoghi istituzionali o tramite mezzi di informazione in cui è possibile avere una concertazione o un diritto di replica.
E' chiaramente facile poter criticare i cittadini all'interno di un Consiglio Comunale dove non è permessa, legittimamente per regolamento, la controreplica se non con il rischio di espulsione dall'aula consiliare.
Il Movimento 5 Stelle appoggerà con forza ogni iniziativa civica che il comitato cittadino "Giù le mani dalla Biblio" vorrà portare avanti nella prossime settimane.

Movimento 5 Stelle Viadana

Votazioni on line per programma e Parlamento


Votazioni on line


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Molti iscritti al MoVimento 5 Stelle non hanno ancora completato la procedura di certificazione* con l'invio dei dati personali e di documenti di identità. Sono sollecitati a farlo al più presto in modo da poter partecipare alle votazioni on line e al completamento del programma.
*Procedura di certificazione: Per certificare la tua identità effettua il login qui e poi accedi a questa pagina per l'invio dei documenti. Il documento richiesto è una foto digitale, fronte e retro, della carta d'identità, del passaporto o della patente. Il modo più veloce per ottenerlo è scattare le foto alla carta d'identità con smartphone o fotocamera digitale. In alternativa una versione scannerizzata.
P.S. Chi non si è ancora iscritto, può farlo cliccando qui.

17 settembre 2012

Trasparenza a 5 stelle a Parma


Trasparenza


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"Vi ricordate le polemiche sui 15.000 euro? Bene guardate cosa abbiamo speso sino ad ora in rimborsi per missioni: 86,8 euro@FedePizzarotti su Twitter

"Non immaginavo potesse essera questa la realtà: iniziano a venir fuori le vere spese necessarie e da rimborsare che evidenziano le spese inutili dei politici in carica nei nostri comuni. Quando i 5 Stelle arriveranno in Parlamento inizieremo a vedere e a fare i conti di quanti soldi regaliamo ogni giorno a questa gente che siede nei troni della repubblica. Bisognerà rendere pubblici, con ogni mezzo possibile, i confronti dei rimborsi spese tra i vari parlamentari in modo che tutti gli italiani sappiano la verità."caterina c

Democrazia va cercando, ch'è sì cara

dal blog beppegrillo.it

Ci sono una, cento, mille democrazie. C'è quella "tradizionale" alla Martin Schultz che non si discute e non si cambia. C'è la democrazia dei "nominati" da pochi segretari di partito in Parlamento, sottratto democraticamente alla volontà popolare. C'è la democrazia scolpita nel nome del partito, affinché non ci siano dubbi sulla sua democraticità interna e esterna e tangenziale, come ad esempio per il Partito DEMOCRATICO. Il più grande partito (in termini soltanto numerici, intendiamoci) mai esistito in Italia, è stata la DEMOCRAZIA cristiana di cui è erede la cuffariana Unione dei DEMOCRATICI Cristiani e di Centro che usa la parola democrazia per depistare. Insomma, la parola democrazia è come il sale, meglio metterne un po' nelle pietanze, se poi il cibo è disgustoso, allora bisogna abbondare per nascondere il sapore. Quel sapore di marcio, di presa per i fondelli di chi, mentre afferma una cosa, fa esattamente il contrario. In Italia la volontà popolare è negata dai partiti. Persino i risultati dei referendum, come quelli per l'abolizione dei finanziamenti pubblici e del nucleare, sono stati ignorati. La proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" per un massimo di due mandati, l'elezione diretta del candidato senza condanne giace negli scantinati del Senato da cinque anni.Questa è democrazia?
Va detto però che il problema della democrazia partecipata, diretta, quella senza aggettivi, è stato finalmente affrontato dai partiti e dai giornalisti democratici. Meglio tardi che mai. Il primo (e unico) imputato è il MoVimento 5 Stelle accusato da settimane di mancanza di democrazia (e per qualcuno anche di fascismo). In effetti il M5S è sovversivo, vuole introdurre il referendum propositivo senza quorum, l'elezione diretta del candidato, l'obbligatorietà della discussione delle leggi popolari con voto palese in Parlamento, la conferma referendaria, inserita in Costituzione, di ogni cambiamento dellalegge elettorale , l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Si dirà che questo è tutto fumo negli occhi per evitare di parlare di mancanza di "democrazia interna". Parliamone. Le liste dei candidati regionali e comunali sono definite in autonomia sul territorio, il programma è deciso da loro, il voto in consiglio è dato sempre in piena libertà. I sopracciò della democrazia, i giornalisti grandi firme giustamente rilevano che si può e si deve fare meglio. Gridano al centralismo democratico che conoscono tanto béééééne. E la piattaforma, i candidati, le politiche .... ? C'è un deficit di democrazia, un principio evidente di ducismo, un accentramento intollerabile. Il M5S non può sottrarsi al confronto!
Per le prossime elezioni politiche i candidati del M5S saranno scelti on line e il programma sarà discusso e completato attraverso una piattaforma in Rete. In modo trasparente. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere. 

14 settembre 2012

STASERA TUTTI IN CONSIGLIO COMUNALE PER DIFENDERE LA BIBLIOTECA DI VIADANA


fonte: GIU' LE MANI DALLA BIBLIO


Stasera appuntamento davanti al Municipio alle ore 20.30. 

Quando ci siamo raccolti - quindi aspetteremo 10', 15' - 

entriamo tutti insieme in Consiglio Comunale, con 

compostezza e decenza.

Mi raccomando: chi viene metta come foto profilo, solo per 

oggi, la foto qui sotto.


14/09/2012: MEXU'!

10 settembre 2012

Il diavolo veste Grillo (Marco Travaglio)


Il diavolo veste Grillo (Marco Travaglio).

Ve l’immaginate un fuorionda di un consigliere regionale del Pdl o del Pd su B. o D’Alema che spadroneggiano nei rispettivi partiti? Non lo trasmetterebbe nessuno, per mancanza di “notizia”. Invece il fuorionda-findus del consigliere di 5 Stelle Giovanni Favia, scongelato da Piazzapulita dopo tre mesi di freezer, è la notizia del giorno. Eppure è stranoto che il Movimento fondato cinque anni fa da Grillo e Casaleggio discute da quand’è nato dei suoi problemi di democrazia interna, mentre i partiti che truccano i congressi e le primarie (quando li fanno) e inventano le tessere. Ne avevamo parlato nel nostro colloquio con Grillo, ricevendone risposte tutt’altro che scontate. E il fatto che la discussione si scaldi vieppiù con l’avvicinarsi del voto è un sintomo di salute e vitalità per M5S, pur affetto dalle tipiche malattie della crescita.
Dov’è dunque la notizia nel “caso Favia”? Non tanto nelle sue parole, quanto nel fatto che le abbia pronunciate lui, il consigliere “grillino” più votato, uno dei più brillanti, e nelle reazioni che han suscitato, a riprova del fatto che toccano uno dei nervi scoperti di 5 Stelle (l’altro è l’allergia dei leader-guru alle domande). Le parole di Favia non contengono “notizie”, fatti: sono un lungo sfogo, legittimamente “rubato” da un cronista al bar, contro uno dei due fondatori. Amareggiato per la rottura fra Grillo e il vecchio amico Tavolazzi, che sognava di fare di 5 Stelle qualcosa di simile a un partito, Favia definisce Casaleggio “mente freddissima molto acculturata, molto intelligente, che di organizzazione, dinamiche umane e politica se ne intende” e ha gettato le basi di un movimento che “un istintivo come Grillo non sarebbe mai stato in grado di pianificare”. Sarebbero dei complimenti, se non fossero seguiti da “spietato e vendicativo”, “sistema padronale”, “controlla tutto dall’alto”. Come? Addirittura “telefonando o facendo telefonare da Grillo”. Poi una previsione, indimostrabile come tutti gli oracoli: “Vedremo chi Casaleggio manda in Parlamento, non credo alle votazioni online, lui manda chi vuole”. Siccome finora le liste di 5 Stelle sono state decise dai Meet-up locali con consultazioni online, comprese quelle che hanno portato due volte all’elezione di Favia, che cosa dobbiamo pensare: che erano truccate anche quelle o lo saranno solo quelle per il Parlamento? E come farà una sola persona, per quanto diabolica, a taroccare il verdetto di centinaia di migliaia di cittadini? E, se le cose vanno così, che ci sta a fare Favia da cinque anni in quella camera a gas? Se non ti piace il tuo club, esci. O combatti da dentro per cambiare le cose: ma a viso aperto, non bisbigliando. Favia spera che Casaleggio “si levi dai coglioni”: auspicio legittimo, ma velleitario vista la simbiosi che unisce Grillo e Casaleggio (si sentono più volte al giorno per ogni mossa, strategia, iniziativa, post sul blog, perché la pensano allo stesso modo). Poi aggiunge che Casaleggio avrebbe suoi “infiltrati tra gli eletti, quindi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo” (infatti…). Chi sono gli infiltrati? In che modo sono stati “infiltrati”, visto che il sistema elettorale delle amministrative si fonda sulle preferenze? Casaleggio, sul blog, ha smentito tutto con poche righe, secche e gelide come il suo carattere. Da oggi chi vuole, se ha le prove, può smentirlo. Ma soprattutto Grillo e Casaleggio possono smentire i loro detrattori. Per l’eterogenesi dei fini, il caso Favia che qualcuno già usa per dimostrare che M5S è come e peggio dei partiti, può diventare un’opportunità. In mancanza di ladri, mafiosi, mignotte e vecchie muffe, Grillo&C. dovranno superare un pubblico esame proprio sul tallone d’Achille della democrazia interna. Se riusciranno a inventare un sistema di selezione dei candidati davvero trasparente, avranno vinto. Se no, gli sconfitti non saranno loro, ma tutti gli italiani che magari non li votano, ma neppure si rassegnano a questa fogna chiamata politica.
Da Il Fatto Quotidiano del 08/09/2012.

5 settembre 2012

Petizione popolare per difendere la Biblioteca di Viadana


Stamattina è stata protocollata questa petizione popolare presso gli uffici del Presidente del Consiglio Comunale Oselini. La petizione sarà presentata dal presidente e votata durante il prossimo Consiglio Comunale venerdi 14 Settembre 2012.
Qui si fa sul serio.
Noi del MoVimento 5 Stelle Viadana ci saremo.

PETIZIONE POPOLARE. Protocollo 24319 del 05/09/2012.

All'attenzione del Presidente del Consiglio Comunale
e p.c. all'attenzione del sig. Sindaco del Comune di Viadana

Con la presente il Comitato Civico “Giù le mani dalla Biblio”, in virtù delle firme raccolte in numero di 422 qui allegate, chiede che venga inserita all’ordine del giorno nel prossimo consiglio comunale la petizione popolare di s
eguito descritta e ivi messa a votazione.

Il verbale di deliberazione della giunta comunale n. 128 del 25 giugno 2012 sancisce la riduzione del personale impiegato presso la Biblioteca Comunale “A. Parazzi” di Viadana tramite il trasferimento dal 01/09/2012 di una bibliotecaria, professionale e formata, ad altre strutture; nel contempo un’altra persona, impiegata presso la Biblioteca fino alla stessa data, è stata cambiata di mansione e trasferita anch’essa presso altre strutture.
In questo modo, nell’anno del 150° anniversario dall’apertura della Biblioteca al pubblico, si è venuta a creare una forte discrepanza tra il servizio richiesto, a malapena gestito sinora da un personale di tre dipendenti a tempo pieno su una struttura complessiva di 1700 mq, e la richiesta di una popolazione che – dati alla mano – afferisce alla Biblioteca come a un centro culturale non solo di presa in prestito e lettura in loco di libri ma anche di utilizzo servizi, di apprendimento della lingua, di utilizzo delle sale studio e delle connessioni Internet, di apprendimento all’uso delle nuove tecnologie tramite prestito ed educazione all’uso degli ebook e, per quanto concerne l’utenza più giovane, di accesso a un’educazione e un accesso alla narrazione – propedeutici alla formazione scolastica e personale e garanti di un’educazione civica mirata alla convivenza civile – gestiti direttamente dalla bibliotecaria ora trasferita.
Le ricadute sul Sistema Bibliotecario nella sua interezza – sistema di cui Viadana è stata finora capofila ma che a causa di questa mancanza verrà a rischiare la perdita dell’incarico – e sull’utenza della Biblioteca stessa sono evidenti. Né si può pensare che un sistema di volontari o di aderenti al servizio civile, gli uni senza una formazione specifica frutto di anni di studio e di esperienza, gli altri destinati a essere sostituiti nell’arco dell’anno, potranno colmare quest’inefficienza strutturale.
Siamo pertanto a chiedere, come utenti e cittadini, che il Consiglio Comunale metta a votazione il ritorno della bibliotecaria trasferita, trasmettendo così un messaggio chiaro di comprensione di un disagio certo involontariamente provocato agli utenti della Biblioteca, agli studenti, agli insegnanti e alla cittadinanza tutta.

Il Comitato Civico “Giù le mani dalla Biblio”

(Seguono 422 firme).

Reading in piazza in difesa della biblioteca



Reading in piazza in difesa della biblioteca




    VIADANA. Si è tenuta ieri in piazza Matteotti la manifestazione “Giù le mani dalla Biblio”, indetta da un comitato civico per protestare contro la decisione dell’amministrazione comunale di trasferire ad altro incarico una delle due bibliotecarie. Il timore è che i servizi di accoglienza e promozione culturale sinora garantiti dalla “Parazzi” ne risultino oltre modo penalizzati. Per dire no ai tagli alla cultura, il comitato ha promosso una sorta di reading letterario, diretto dalla compagnia teatrale Vecchio Borgo. Non è mancato il rinfresco. Oltre cento persone hanno partecipato alla mattinata, e la raccolta firme per chiedere il reintegro della bibliotecaria ha alla fine raggiunto quota 420. Tra gli intervenuti: Ivano Porpora (comitato) ha notato che la lettura, solitamente momento di riflessione e godimento solitario, è per un giorno divenuta «condivisione collettiva»; Giuseppe Flisi (presidente della Società Storica Viadanese) ha evidenziato la funzione di integrazione culturale svolta dalla biblioteca; Gianfranco Bettoni (direttore del Sistema bibliotecario Ovest mantovano) ha sottolineato che lo spostamento della bibliotecaria potrebbe penalizzare anche gli altri Comuni, essendo Viadana capofila. Ha portato inoltre il suo saluto Stefano Parise, presidente dell’Associazione italiana biblioteche, promettendo che il “caso Viadana” sarà portato anche al prossimo “Bibliopride” nazionale di Napoli. (r.n.)

    3 settembre 2012

    Intervista a Grillo su idee, progetti, politica

    Inceneritore di Parma, la Procura chiede il sequestro. Indagine per abuso d’ufficio


    Inceneritore di Parma, la Procura chiede il sequestro. Indagine per abuso d’ufficio

    La parola spetta ora al gip che dovrà decidere se accogliere la richiesta o meno. Il procuratore Laguardia ha mantenuto il massimo riserbo sui nomi degli indagati, ma nel mirino ci sono i vertici di Iren, Comune di Parma e Provincia, che hanno partecipato alla realizzazione e all’approvazione del progetto

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    Nel percorso verso l’accensione dell’inceneritore di Parma arriva un nuovo ostacolo. Il procuratore capoGerardo Laguardia ha chiesto il sequestro preventivo del cantiere di Ugozzolo, dove l’impianto di Iren dovrebbe essere completato e attivato entro dicembre 2012. La notizia, diffusa dal Tg3 regionale, è un colpo di scena nell’intricata vicenda che vede contrapposto il sindaco Federico Pizzarotti e il Movimento 5 stelle, che hanno puntato la campagna elettorale anche sullo stop al forno, alla multiutility Iren, decisa a completare il progetto entro la fine dell’anno. Era stato lo stesso assessore all’Ambiente Gabriele Folli, dopo aver ingaggiato come consulente esterno l’ingegnere Paolo Rabitti, esperto in materia che avrebbe dovuto trovare falle nei documenti riguardanti la realizzazione del termovalorizzatore, ad auspicare che i numerosi esposti presentati in Procura portassero a qualche risultato dopo l’estate. Ed ecco, puntuale, l’indagine che vede coinvolte una decina di persone per il reato di abuso di ufficio e abuso edilizio.
    Sulla richiesta della Procura della Repubblica, inoltrata il 30 luglio al pm Roberta Licci, l’ultima parola l’avrà il giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli, che dovrà decidere se accoglierla o meno. Per ora il procuratore ha mantenuto il massimo riserbo sui nomi degli indagati, ma nel mirino ci sono i vertici di Iren, Comune di Parma e Provincia, che hanno partecipato alla realizzazione e all’approvazione del progetto. L’ipotesi di abuso d’ufficio sarebbe data dal fatto che l’appalto per la costruzione dell’inceneritore è stato affidato a Iren senza procedura di gara pubblica, come evidenziato anche negli oltre dieci esposti presentati in Procura in questi anni. L’abuso edilizio invece era una questione già emersa quando sindaco era Pietro Vignali, che con un’ordinanza aveva fatto chiudere il cantiere nei mesi estivi del 2011 per la mancanza di permesso adeguato a costruire. Il cantiere di Ugozzolo sarebbe stato avviato senza la concessione edilizia del Comune, che non avrebbe mai ricevuto il pagamento degli oneri di urbanizzazione. L’anno scorso a porre fine alla questione era stato il Tar, che aveva dato ragione alla multiutility e Iren per l’interruzione dei lavori aveva addirittura chiesto un risarcimento danni di 28 milioni di euro.
    “Allo stato ritengo che gli uffici della Provincia, per quanto di propria competenza, abbiano agito nel rispetto della legge, come peraltro confermato da due successive sentenze del Tar di Parma” ha dichiarato il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, che aveva dato il via libera al progetto e lo aveva sostenuto anche nella sua corsa alla fascia tricolore contro Pizzarotti. “Non conosco ancora nello specifico le motivazioni della richiesta – ha aggiunto Bernazzoli, che ha appreso la notizia dalla stampa – e comunque non ritengo, allo stato, di formulare commenti nel dettaglio onde non interferire con le valutazioni che dovrà fare la competente autorità giudiziaria”.
    Quello che è certo però è che con la richiesta di sequestro preventivo da parte della Procura, si rafforzano le speranze per il Movimento 5 stelle di fermare l’inceneritore, cavallo di battaglia della campagna elettorale di Pizzarotti che aveva avuto, proprio in virtù di questo punto del programma, l’appoggio dell’associazione Gestione corretta rifiuti e di molti cittadini. “Attendevamo da tempo un giudizio da parte della Procura perché sapevamo che il progetto del termovalorizzatore nascondeva molte ombre e abbiamo sempre sostenuto che fosse una scelta sbagliata – ha commentato l’assessore Folli, che però ci tiene a precisare che l’indagine della Procura non significa un punto di arrivo per i Cinque stelle. L’ingegnere Rabitti continuerà a lavorare sulle carte in cerca di altre irregolarità nel progetto e a studiare una soluzione alternativa al forno inceneritore. Proprio recentemente l’opera è stata di nuovo messa in discussione dalla giunta Pizzarotti dopo la pubblicazione del piano economico e finanziario del progetto di Iren che prevede per i cittadini di Parma le tariffe più alte d’Italia per lo smaltimento rifiuti, e l’assessore era arrivato a chiedere le dimissioni del vicepresidente Iren Luigi Giuseppe Villani, nominato a suo tempo da Vignali.
    “Aspettavamo che le indagini della magistratura facessero il loro corso, ma il nostro lavoro non è finito qui – aggiunge Folli – Abbiamo sempre osteggiato il progetto, e ora che sono emerse anche irregolarità di procedura, non ci fermeremo. Chiediamo che si riparta di nuovo tutti insieme per studiare in modo spedito una gestione alternativa dei rifiuti”.
    Soddisfatto anche il sindaco Pizzarotti, che dalla festa del Movimento 5 stelle a Brescia, dove era ospite, ha commentato positivamente la notizia: “Aspettiamo la firma del gip, ma è evidente che le denunce che abbiamo fatto nel tempo erano fondate – ha detto – Ora sarà necessario affrontare da subito l’alternativa che da sempre è all’interno del nostro programma”.