Giovanni Falcone, vent’anni fa
By Biagio Simonetta on 23 maggio 2012
Vent’anni. Sono passati vent’anni.
A me lo raccontò mio padre, quella sera. Mi disse di Capaci, della bomba, cercando in me un’attenzione che i miei 11 anni non sapevano prestargli.
Vent’anni da quando l’Italia ha ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Vent’anni da quando l’Italia ha ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Le lamiere accartocciate sotto il terriccio, l’autostrada Palermo-Trapani tagliata in due, sono immagini che poi ognuno di noi ha visto almeno una volta nella vita. La memoria di questo Paese è stata macchiata per sempre, quel 23 maggio del 1992. Vent’anni fa.
Oggi, a distanza di tutto questo tempo, credo che ricordare Giovanni Falcone sia pericoloso.
E lo è perché qualsiasi parola, qualsiasi frase detta o scritta, rischia di diventare banale, davanti alla morte di un uomo così.
Per questo, nel giorno del ventennale della sua scomparsa, è forse più importante riflettere su noi stessi, su cosa siamo stati capaci di fare, su come abbiamo utilizzato l’eredità che Giovanni Falcone ha lasciato ad ognuno di noi.
Nei primi vent’anni senza Falcone abbiamo fallito.
Nei primi vent’anni senza Falcone abbiamo fallito.
Non siamo stati in grado di migliorare questo Paese, ancora schiavo delle organizzazioni criminali che decidono, impongono.
Dobbiamo fare di più. Tutti.
Lo dobbiamo ai nostri figli.
Lo dobbiamo anche a Giovanni.
Nessun commento:
Posta un commento