19 aprile 2012

I partiti attaccano il M5S e Beppe Grillo. E se fossero loro l'antipolitica?

La Casta ha paura.
Hanno paura del Movimento 5 Stelle, del suo Programma Nazionale e dei vari programmi locali.
Hanno paura che i cittadini finalmente si organizzino e li mandino a casa una volta per tutte.
E cosa fanno per denigraci? Usano Beppe Grillo e qualche parolaccia ironica come scusante per offendere e denigrare migliaia di attivisti e persone qualificate che dedicano passione e sudore alla politica locale.
Dicono che Beppe Grillo sia un demagoga, dicono che il Movimento 5 Stelle sia l'antipolitica.
Ma siamo proprio convinti che il M5S sia l'antipolitica?

Non è che sono loro l'antipolitica?

Avere parlamentari e consiglieri regionali, provinciali e comunali condannati in via definitiva non è forse antipolitica?
Prendere un miliardo di euro di rimborsi elettorali con soldi pubblici non è forse antipolitica?
Usare soldi pubblici per interessi personali o partitici non è forse antipolitica?
Prendere 20.000 Euro al mese con vitalizi e privilegi sostanziosi mentre gli italiani subuscino la crisi non è forse antipolitica?
Avere più cariche istituzionali nello stesso tempo e dunque prendere più stipendi con soldi pubblici non è forse antipolitica?
Definiamo bene che cos'è il Movimento 5 Stelle.
Il Movimento 5 Stelle non è l'antipolitica, ma è un nuovo modo pulito di fare politica.
Un politica con il sorriso, con la passione civica, con gente incensurata, senza rubare soldi pubblici lavorando con amore sul proprio territorio. Una politica fatta dai cittadini nei banchetti e sulla Rete, una politica di persona normali che non voglio fare della politica il loro lavoro ma solo una servizio civico per il bene della propria comunità, per i loro figli e per i figli dei loro figli.
Movimento 5 Stelle Viadana

 

fonte: fattoquotidiano.it

I partiti: “Perché Beppe Grillo è un clown”


I sondaggi danno il Movimento 5 stelle in grande ascesa, oltre il 7 per cento, per le prossime amministrative. Un risultato che potrebbe scompaginare l’assetto politico attuale. Tutti i partiti sono in fibrillazione e scelgono la linea dell’attacco senza remore contro il leader del movimento, Beppe Grillo. In vista delle elezioni di maggio, in cui ha annunciato di presentarsi con 101 liste in altrettanti comuni, i pronostici suggeriscono che potrebbe diventare il terzo partito più votato su scala nazionale. E’ già stato terzo alle regionali dell’Emilia Romagna del 2010 (7 per cento), in Piemonte (4 per cento), e alle amministrative del 2011 a Bologna (9,5 per cento) e Torino (5,4 per cento). In alcune città come Rimini la soglia della doppia cifra è già stata superata. Facile quindi prevedere un buon risultato il mese prossimo e qualche decina di parlamentari nel 2013 quando il movimento affronterà il suo battesimo del fuoco, anche a fronte delle prime “epurazioni” che hanno suscitato molte polemiche nella base. Ma il “gradimento” tra gli elettori preoccupa tutte le formazioni politiche, da destra a sinistra, che reagiscono a suon di dichiarazioni al vetriolo. Il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, ai microfoni de ilfattoquotidiano.it definisce Grillo “uno spregevole demagogo di quart’ordine che corteggia i leghisti per conquistare voti e giustifica coloro che non emettono lo scontrino”. Ma l’Elefantino si spinge anche oltre. Secondo lui infatti il comico genovese rappresenta “il male assoluto”, il populista “che spiega agli elettori leghisti che Bossi è innocente e che tutto dipende da un processo mediatico”. Gli fa eco l’ex ministro Altero Matteoli (Pdl) che lo descrive come “un clown, un fenomeno da circo” che, pertanto, non è “nemmeno querelabile”. L’ex ministro del governo Berlusconi aggiunge di trovarsi d’accordo col suo avversario politico Massimo D’Alema (Pd) che aveva parlato del leader 5 stelle come “un personaggio a metà tra il Gabibbo e Bossi, specchio di chi “ha governato negli ultimi 15 anni”. Non migliora l’opinione nella sinistra radicale, dove per il leader di Sel Nichi Vendola è ”un fenomeno mediatico inquietante” e avverte: “Quando ci si affida a urlatori a uomini della provvidenza di solito questi preparano tempi peggiori, non tempi migliori”. Insomma, mentre i sondaggi di Grillo avanzano, i partiti, investiti da un crisi e una sfiducia profonda, fanno quadrato contro il comico genovese  di Irene Buscemi, Paolo Dimalio e Manolo Lanaro
18 aprile 2012

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